Negli ultimi anni il consumo di pesce è stato interessato da una crescita consistente e continua, che ha comportato una maggiore pressione sugli ecosistemi marini in tutto il mondo.
 Con il 60% degli stock ittici del mondo già sfruttato alla massima capacità sostenibile, l’acquacoltura rappresenta l’unica risposta fondamentale e possibile per soddisfare la richiesta di pesce di una popolazione globale sempre più numerosa.
La sfida maggiore del settore è quella di continuare a crescere riducendo, al contempo, il proprio impatto sull’ambiente e per farlo occorre che sia gestita in modo responsabile, agendo su ambiti e criticità che possono cambiare in base al contesto e alla regione di produzione.
L’acquacoltura può essere una delle potenziali soluzioni al problema del sovrasfruttamento ittico, che riguarda la maggior parte delle specie che vivono nei nostri mari e negli oceani. Per molto tempo uno dei problemi più rilevanti in acquacoltura è stato quello dei mangimi usati per l’allevamento. Oggi, grazie ai progressi della ricerca e della tecnologia, è possibile ridurre in modo consistente l’uso di farine e oli di pesce sostituendoli con alternative di vario genere che non hanno ripercussioni sulla biodiversità: dalle materie prime vegetali ai residui di macellazione, fino al più recente e innovativo utilizzo di alghe e insetti (per il quale esiste una specifica regolamentazione europea).

Esiste un’acquacoltura sostenibile?

Sì, l’acquacoltura può essere praticata responsabilmente tenendo così sotto controllo gli effetti sull’ambiente. Può inoltre salvaguardare gli ecosistemi marini e di acque dolci.

Il pesce allevato è un prodotto tipico del territorio?

Sì, e a tal proposito possiamo garantire che l’acquacoltura italiana si distingue proprio per la sua diversità dei prodotti offerti, che riflettono le caratteristiche dirette dell’ambiente in cui i pesci vengono allevati.

Come si realizza l’economia circolare in acquacoltura?

Economia circolare in acquacoltura vuol dire trovare un nuovo utilizzo per tutti quei sottoprodotti delle filiere alimentari che non possono essere direttamente impiegati per la produzione di alimenti destinati all’uomo. Questo processo può avvenire attraverso l’utilizzo di farine de trimming, farine animali e farine da insetti.

Come si comporta Agroittica riguardo a questo tema?

Agroittica effettua regolarmente campionamenti nelle zone di allevamento sia per quanto riguarda l’acqua e i sedimenti. Il controllo e mantenimento dei parametri ambientali si riflettono sulla salute dei nostri pesci per cui è uno dei nostri maggiori interessi.

Andrea Cesarini